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le mie storie (103)

 
Post #1


le mie storie (103)
Ebbene la grossa novità di questa estate è che dai primi di giugno sono tornata quasi ufficialmente zitella. Quando quella sera mi è apparso il numero di Carmine sul cellulare che non mi chiedeva il video, subito ho percepito che sarebbe stata una telefonata diversa dalle altre. Mi sono bastate 2 o 3 frasi per capire che aveva trovato un'altra. Ha cominciato a tentennare, a prenderla alla lontana, il rapporto a distanza, il volermi bene e poi senza neanche farlo finire (o grossa esperienza nell'essere lasciata) gli ho anticipato quello che mi avrebbe detto di lì a poco. Voleva giustificarsi, non ce n'è stato bisogno, d'altra parte ero consapevole che la cosa non sarebbe stata molto duratura anche perché io pure mi vedevo con Lorenzo. A dire la verità, anche con lui praticamente la cosa è andata morendo lentamente. Già dal mese di maggio mi era capitato di vederlo uscire con altre, senza provare alcun senso di gelosia; così quando ho annunciato alle mie amiche che ero stata scaricata anche di fatto dal buon Carmine, mi sono automaticamente rimessa sul mercato. La sera dopo "La telefonata", Fabiana insieme al gruppetto di amiche strettissime, mi ha convocato a casa sua senza dirmi niente e, una volta arrivata, ho capito che avevano organizzato un'uscita per rimorchiare. Le mie amiche non sono nuove a questo tipo di uscita che, onestamente, non amo tanto perché tira fuori il peggio di noi o meglio ci avvicina drammaticamente al modo di pensare dei maschietti e ciò (scusate uomini) non mi gratifica particolarmente. Certo, fin quando non 6 la protagonista, devo ammettere che ci si diverte notevolmente, ma in quest'occasione tutto doveva girare intorno alla sottoscritta che, parole di Fabiana, non avrebbe fatto ritorno a casa se non dopo aver raccattato almeno 5 numeri di cellulare e un bacio (che tra di noi chiamiamo "limonata" per sentirsi giovincelle). Con un caldo clamoroso, il mio abbigliamento, rigorosamente scelto ed imposto da loro, consiste in una gonna elasticizzati che arriva al ginocchio (ma terribilmente scomoda perché sale ad ogni movimento) ed una maglietta con reggiseno a balconcino, una taglia più piccola della mia, con la scollatura fin troppo generosa? Trucco, parrucco e via destinazione "baretti". Napoli nonostante il suo milione di abitanti è un paesino, ci si conosce tutti in una maniera o in un'altra, quindi nel giro di pochi minuti veniamo avvicinate da un gruppetto di amici di Fabiana (che come al solito, nonostante sia la più grande è anche la più ammirata). Tutte persone che conosco, separati, Playboy, qualche collega insomma niente di nuovo; tra di loro c'è Giovanni, insegnante di liceo che spesso incrocio nelle uscite di gruppo, anche se al di là dei classici saluti e delle chiacchierate su Fabiana (della quale è da sempre un grande ammiratore) non siamo mai andati; invece subito si instaura un'empatia, chiacchieriamo inevitabilmente delle reciproche delusioni sentimentali, mi accorgo che di tanto in tanto mi appoggia la mano sul fianco ma in maniera assolutamente discreta, mentre io sono intenta ad abbassarmi la maledetta gonna che non vuole sapere di stare al suo posto e risale forse troppo stretta nei miei fianchi. "Andiamo in discoteca" mi sussurra una delle amiche, guardo l'orologio ed è abbondantemente passata l'una di notte. Non sono assolutamente abituata a questi orari, ma sono parecchio sveglia ed anche un po' su di giri (complici quei maledetti cicchetti ) e finisco in macchina di Fabiana con altri amici tra cui Giovanni. Seduti dietro, continuiamo a parlare ed a guardarsi in maniera particolare; appoggia una mano sul mio ginocchio, faccio finta di niente e quando siamo quasi arrivati, ridendo mi fa notare che sotto la maglietta sono comparsi i classici "chiodi", che nonostante cerchi di coprire, proprio non vogliono saperne di tornare nell'anonimato. Entrate nel locale, facciamo una specie di summit tra noi ragazze, tutte mi caricano per concludere? Io cerco di sedare gli animi ma dopo qualche minuto sono in pista a ballare con Giovanni. Quasi non faccio più caso alla gonna che con ogni probabilità sale fino a mostrare gran parte del mio grosso sedere, lui si avvicina sempre di più fin quando, ritrovatici in una zona leggermente più appartata, s**tta il bacio. Mentre sento la sua lingua arrivare quasi in gola, mi appoggio ad una colonna, ma la sua mano riesce ad infilarsi in mezzo e a prendermi quasi completamente una chiappa. La situazione è parecchio infuocata, ci spostiamo in una specie di antisala buia e completamente vuota, continuiamo a baciarci e sento le sue dita spostarsi in mezzo alle mie cosce fino ad arrivare alla mutandina (la gonna ormai è completamente arrotolata all'altezza della mia pancia). Mi accarezza per un po' sopra lo slip, poi lo sposta di lato ed affonda il suo dito medio dentro la mia micia; io gli apro la cerniera e dopo aver constatato la sua erezione accarezzandogli il boxer, gli tiro fuori l'uccello e comincio a masturbarlo. Le nostre lingue giocano con ogni parte del viso, con il collo, con le orecchie mentre le mani ci provocano piacere; sono dannatamente bagnata e non riesco a capire quante dita abbia dentro di me, in compenso la mia mano sale e scende lungo il suo grosso uccello che comincia a diventare umido sulla cappella. Mi lascio andare, le mie ginocchia si piegano, vengo mentre lui spinge le sue falangi sempre più dentro, il mio respiro si affanna accanto al suo orecchio mentre lui mi sussurra "brava, godi che è bello". Sembra completamente padrone della situazione, ma non appena velocizzo i miei movimenti, anche lui si fa sopraffare dal piacere e mi viene sulla mano. Finalmente ci stacchiamo e proprio mentre dal suo labiale, coperto dalla musica , capisco che ha voglia di fare sesso, scorgo dietro la sua testa, lontana di qualche metro, la mia amica Fabiana che non so da quanto tempo sia li ad osservarci. Mi pulisco la mano con un fazzolettino, tiro giù la gonna e vedo che lei con un gesto mi invita a raggiungerla; le vado vicino e mi informa che stanno andando via perché una del gruppetto ha esagerato un po' con l'alcol. Da una parte vorrei rimanere con Giovanni, ma lo spirito d'amicizia prende il sopravvento e lascio il mio amico intento a riordinarsi i pantaloni.
Sarà il caldo dell'estate ma neanche il tempo di arrivare a casa, in piena notte, che già il cellulare tintinna di alcuni messaggi. Per educazione rispondo solo a Giovanni che, dopo avermi ringraziato per la serata, rilancia invitandomi il giorno dopo a pranzo. Accetto, non mi piacciono le cose in sospeso. Appuntamento in piazza a poche centinaia di metri da casa mia, decidiamo di rimanere nei paraggi ed andiamo a mangiare un buon ragù; è inutile dirvi che durante tutto il tempo del pranzo, non abbiamo fatto altro che stuzzicarci a vicenda, entrambi con il pensiero di ciò che sarebbe successo dopo. Usciti dal ristorante mi chiede "adesso che facciamo?" Seguito da un sorrisino impertinente e una mano morta , gli rispondo tranquillamente che andiamo da me. Resta un po' stupito, ma neanche tanto, il tempo di 4 passi per digerire e raggiungiamo casa; lo faccio sedere sul divano dicendo "di mettersi comodo" mentre preparo il caffè, quando arrivo con le tazzine mi rendo conto che mi ha presa alla lettera, infatti lo trovo in boxer che si giustifica con il più classico dei "francè fa caldo!" Rido, appoggio il vassoio sul tavolino e dopo essermi abbassata la cerniera dietro la gonna, la faccio cadere a terra rispondendogli "hai ragione!" Ci gustiamo il caffè (che per me è una religione) e riprendiamo esattamente da dove avevamo interrotto la sera prima: bocche incollate e mani una nella mutanda dell'altro e viceversa. A differenza della discoteca però, possiamo vederci bene in faccia? E non solo! La sensazione che aveva avvertito la mia manina, non era sbagliata; il suo uccello è bello grosso, diritto proprio come piace a me. Dopo avergli dato un paio di sguardi, mi chino su di lui fino a prenderglielo in bocca, intanto Giovanni cerca di togliermi la maglia e subito dopo il reggiseno. Con un po' d'aiuto mi libero di tutto, o quasi, rimanendo in perizoma, così la sua mano prende il mio seno da sotto e mentre io sono in apnea piacevolmente, lui si passa il capezzolo tra le dita. Il suo membro odora terribilmente di sesso, lo lecco dalla base fino ad arrivare alla cappella che è già abbondantemente umida, solo per caso mi accorgo che ha le palle piuttosto grosse, sicuramente più del normale, ci gioco con la lingua, poi i suoi sospiri vengono interrotti da "voglio chiavarti!" Mi fermo, mi alzo e lo invito a seguirmi in camera ? Mi segue eccome, mentre cammino sento la sua cappella toccare di tanto in tanto le mie natiche. Arrivati ai piedi del letto, mi abbraccia da dietro e dopo aver passato più volte la sua lingua intorno al mio orecchio, mi invita a mettermi a pecorina; tempo di farsi spazio tra le mie chiappe strette ed il suo membro scivola nella mia fica. Lo sento deciso, determinato nei movimenti, nelle spinte ogni volta più profonde che accompagnano i miei gemiti; i miei gomiti scivolano giù, la mia micia si lascia andare all'orgasmo, urlo il mio piacere che copre i suoi ripetuti incitamenti a venire. Mi gira, allarga le cosce e ricomincia da dove ha interrotto qualche momento prima; adesso sono io ad aspettare "la sua felicità", lo incito a esplodermi addosso, mi dice di aspettare, vuole continuare ad avermi, lo assecondo anche perché il mio ventre ricomincia a sentire piacevoli sensazioni. Poi, improvvisamente, in maniera del tutto inattesa, lo tira fuori giusto in tempo per innaffiarmi letteralmente di sperma sulla pancia e le tettone. Si stende accanto a me piuttosto stanco e dopo avermi chiesto se avessi bisogno di qualcosa, si alza per andare a prendere dell'acqua in cucina. Mentre guardo il suo didietro (notevole) allontanarsi, mi rendo conto per la prima volta di essere tornata single e devo dire che la cosa non mi dispiace affatto.
Rimaniamo letto ancora un po', poi Giovanni si va a fare una doccia mentre io rimetto a posto il letto. Esce dal bagno, riceve una telefonata e mi saluta mentre io, con indosso solo una maglietta, odoro ancora del suo seme. Vorrebbe prendere appuntamento, ma non ho nessuna intenzione di ricominciare a legarmi così presto, "ci sentiamo su WhatsApp" gli dico e lo accompagno alla porta. Ho bisogno di un bagno profumato, voglio godermi per un po' il piacere della solitudine.
02-29-2024, at 09:54 PM
Alıntı
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