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Cazzo piccolo e vita coniugale

 
Post #1


Cazzo piccolo e vita coniugaleCazzo piccolo e vita coniugale."No, dai: se non hai ancora detto niente a tua moglie io non me la sento, davvero. Magari ci si incazza". Lui ha sbuffato, continuando a guidare come se niente fosse. "Mia moglie non aspetta altro, tranquillo. Sei il tipo che le va a genio, lo so. Le piacciono alti e magri. E con un gran cazzo."Avevo i miei dubbi. Ma stava guidando lui, e non avevo alcuna intenzione di buttarmi giù dalla macchina in corsa. Avevo risposto ad un annuncio, qualche tempo fa: coppia di quarantenni, lui bisex, passivo, minidotato, disposto a stare anche solo a guardare: cercavano un maschietto per giocare. Un profilo zeppo di belle foto, lei piccola, magra e tatuata, peluria curata sul pube e piercing sulla clitoride. Lui basso e magro, glabro e col cazzo piccolo. Molto, piccolo. Avevamo scambiato qualche messaggio, avevo mandato loro qualche mia foto significativa, e avevamo concordato di incontrarci tra maschietti per valutarci a vicenda. Roma era un casino, come al solito. Pioveva, e sui sampietrini sconnessi scorreva un fiume di acqua color senape. Era venuto lui a prendermi in a Termini, avevamo passato un'ora e mezza semifermi nel traffico, ed ora eravamo in procinto di arrivare a casa del mio nuovo amico. "Lo faccio sopratutto per lei", mi aveva detto lui. "Io ho il cazzo piccolo, ogni tanto lei ha il diritto di farsi una scopata come si deve". Non avevo replicato, un po' in imbarazzo: il mio cazzo non è enorme. Ho sempre pensato che fosse normale. Anzi, da pischello ho passato un certo periodo nella convinzione che fosse piccolo, più piccolo della media: mi sbagliavo. La mia era una impressione distorta dalla pornografia: crescendo, e parlando con un po' di gente, ho scoperto che la stessa cosa è successa a molti altri. Quando cresci (dis)educandoti sessualmente guardando video nei quali cazzi giganteschi affondano in culetti striminziti, come mazze roventi nel burro, arrivi a pensare che quella roba lì sia la normalità. Be', di solito quella roba lì non è la normalità, gente. Pochissimi uomini hanno cazzi che stanno al di sotto dei dieci centimetri. La maggior parte degli uomini ha un cazzo che sta sotto i quattordici centimetri. Sopra i diciotto sono rari, e sopra i ventidue sono rarissimi. Ma noi siamo cresciuti vedendo solo cazzi sopra i venti centimetri, e quindi ci siamo riempiti di seghe mentali a riguardo dei nostri normalissimi, funzionalissimi cazzi. Ecco: le seghe mentali, in questo caso, il mio nuovo amico non se le è fatte invano. Il suo pene sfiora, non raggiungendoli, i sette centimetri in erezione. Ed è poco più spesso del mio dito pollice. Lo so perché me lo ha detto lui, poco fa. E anche perché in una delle foto del loro profilo il suo membretto era stato immortalato accanto ad un righello, per non lasciare addito a dubbi."Gliela lecco", mi aveva detto, "e per venire viene, eh? Ma vederla scopare con uno che ha un cazzo degno di questo nome è un'altra cosa, credimi. C'è stato un tempo, anni fa, in cui maledivo il mio cazzetto. Mi sentivo inutile, inadeguato. Poi ho capito che posso fare qualcosa, per mia moglie: se non ho il cazzo che le serve, posso darmi da fare per procurarle un cazzo che le possa servire, no"? Io avevo annuito, un po' imbarazzato. Lui lo aveva notato. "Stai tranquillo, non è la prima volta che le porto un regalo a casa", mi aveva detto. Bella lì, mi ero detto io. Credevo di essere una persona, e invece sono un cazzo in regalo. -----------------Arriviamo a casa loro: un condominio che aveva visto tempi migliori, forse cinquant'anni fa. Magari sessanta, a guardare meglio. Intonaco che casca, e tutto il contorno tipico della decadenza architettonica postbellica della capitale. Parcheggiamo su di un marciapiede, scendiamo dall'auto, apriamo gli ombrelli. Lui prende il telefono e chiama la moglie. "Amo', ho un regalo per te. Dieci minuti", le dice, e chiude la chiamata. Poi si rivolge a me: "diamole almeno il tempo per lavarsi il culo, no?". Ride. Rido anche io, parecchio a disagio, e spero che non si noti troppo. Ci fermiamo a prendere un caffè in un bar zeppo di macchinette mangiasoldi. Giusto dieci minuti, poi ce ne andiamo. Il caffè lo pago io, al cazzetto. Lei ci apre la porta con addosso giusto una vestaglietta bianca di seta, semitrasparente. Due tette impenitenti premono i capezzoli bruni contro la stoffa leggera. Alta poco più di un metro e cinquanta, è un esplosione di erotismo in miniatura: occhi verdi, denti bianchi, labbra carnose e rosee, capelli rasati ai lati del cranio, un ciuffo incredibilmente verde che spara in alto dalla fronte, scolpito con l'intento di guadagnare qualche centimetro in altezza. Sta a piedi nudi, e ci accoglie con un sorriso radioso. Bacia lui sulla labbra, sollevandosi appena sulla punta dei piedi, e saluta me porgendomi una mano calda e asciutta. "Ramona", mi dice, "piacere". Chiude la porta, si sfila senza preavviso la vestaglietta dalla testa, la getta a terra, ride e fa una lento giro su sé stessa, mostrandoci il suo piccolo bel corpo nudo, passandosi le mani attorno al pube fitto di peli serici. "Ti piace?", mi chiede lui scoccandomi dal basso uno sguardo complice. "Mi piace, mi piace", dico io. Lei sorride, radiosa.Si mette le mani sotto i seni abbondanti (deve portare una terza misura, ma su di una donna così piccola sembrano essere molto più grandi), fa un passo verso di me, sempre sorridendo. "Puoi toccare, se vuoi". Tocco. Calde, sode. Comincio ad avere un'erezione. "Wow", mormoro, e mi sento un vero cretino. Wow? Idiota. Andiamo in cucina, Ramona prepara il caffè. Sì, un altro. Lo abbiamo appena bevuto, ma né io né il Cazzetto diciamo nulla a riguardo, e prendiamo il tempo concessoci da quel secondo caffè, seduti al tavolo, per riempire di complimenti Ramona, che ci si libra attorno poggiando sul tavolo tazzine, zucchero, latte, persino qualche biscotto. Quando lei, dandoci le spalle, si china per raccogliere un qualcosa di invisibile dal pavimento, un ciuffo di peli dall'aria invitante si fa vedere da sotto i glutei tondi e bianchi. Io ho il cazzo in piena erezione che preme contro la patta dei pantaloni. Sorseggio il caffè, amaro e forte, e mi accorgo che lei quella patta me la sta fissando intensamente, i denti candidi sotto un sorriso che mi piace pensare tremante di eccitazione. Suo marito, Cazzetto, a quel punto annuncia di dover andare in bagno, e sparisce per qualche minuto. Sentiamo scorrere l'acqua. Lei mi si avvicina, mi poggia la mano sui pantaloni, là dove la stoffa è tesa dalla mia erezione. Lo fa mordendosi il labbro inferiore, gli occhi verdi fissi nei miei. "Non vedo l'ora", mi dice roca, e poi sorride, si rilassa mentre continua ad accarezzarmi. "Non vedo l'ora di sentirmelo dentro", dice. Quando Cazzetto ritorna è completamente nudo. È piccolo, ma è più tonico di me. Addominali e pettorali in vista, braccia snelle ma muscolose, cosce guizzanti di muscoli che io ignoro anche di avere: fosse alto un metro e novanta, con queste proporzioni, sarebbe un colosso. Invece non arriva al metro e sessanta. E in più ha un cazzetto ridicolo che li dondola eretto spuntando da un pube completamente depilato. I nostri accordi prevedono che io gli scopi la moglie e basta, ma comincio ad avere l'impressione che lui speri in qualcosa di più. Ma magari si è spogliato solo per potersi masturbare meglio mentre mi scopo Ramona, chissà. E si è lavato perché gli piace farsi una sega da pulito, certo. Ramona tiene la mano sul mio cazzo, spostando lo sguardo verde da me al marito. Unico vestito dei tre, finisco rapidamente il caffè. Nessuno dice una parola. Quando poso la tazzina sul piattino Ramona mi si avvicina e comincia a slacciarmi i bottoni della camicia. Mi fa alzare in piedi e mi spoglia lentamente, senza parlare, e quando mi sfila le mutande rimane per qualche secondo a guardarmi il cazzo, inginocchiata tra le mie ginocchia."Sembra più grosso di quanto sembrasse in foto", dice guardando il marito, e quello annuisce, soddisfatto, come se fosse tutto merito suo, come se me lo avesse fatto crescere durante il tragitto in macchina. Mi accarezza il cazzo come si potrebbe accarezzare un gattino. "Possiamo andare in camera, o sul divano. Dove preferisci", mi dice, e pare essere impaziente, sta letteralmente fremendo.Chiedo di poter andare in bagno, prima. Mi ci accompagnano, entrambi, con un bel sorriso. Urino mentre loro mi osservano dalla porta, i loro occhi fissi sul mio cazzo. Mi do una lavata tra sacro e pube usando il loro bidè e del sapone liquido profumato. Mi asciugo usando un asciugamano bianco che Ramona mi porge, ed esco dal bagno preceduto da loro, che vanno verso il salotto: loro due si sistemano in piedi, ai due lati del divano. Restiamo per qualche secondo così, ognuno scrutando la nudità altrui, poi Ramona allunga una mano, mi prende il cazzo, ne saggia la consistenza stringendolo in mano e succhiando aria tra i denti, si inginocchia e se lo mette in bocca, infilandoselo lentamente in gola, arrivando a toccare con il naso la mia pancia. Il marito si siede su di una sedia, a meno di un metro da noi, e osserva, interessato, felice ed eccitato, poggiando a terra la punta dei suoi piccoli piedi nudi, divaricando le gambe e mostrando un piccolo scroto liscio e completamente depilato: il suo piccolo cazzo dalla cappella violacea è teso e fremente. Il mio dito indice è davvero più lungo. Ramona fa scorrere il mio cazzo dentro e fuori dalla sua bocca, mugolando e sbavando abbondantemente, stringendo fra le mani il mio sedere e accarezzandomi con le dita l'ano. Ogni tanto si sfila completamente di bocca il regalo (sì, intendo il mio cazzo), me lo accarezza avanti e indietro guardandolo con aria stupita, un vago sorriso dotato di fossette affiorante, l'aria di una che ha trovato cosa inaspettata e preziosa. Dice che è meraviglioso, ride più volte volte, e guardando Cazzetto ringrazia per il regalo, tra una ciucciata e l'altra. Lui sorride compiaciuto, stropicciandosi il pisellino turgido con tre dita. "Vuoi sederti sul divano?", mi chiede lei, e io mi ci lascio lentamente cadere sopra: è in pelle, ed è freddo. Lei, accovacciata tra le mie gambe, mi prende i talloni e mi solleva le gambe verso l'alto, divaricandole per quanto riesco, e appoggiando i miei piedi sul divano: poggio la schiena allo schienale, allungo lo scroto verso il suo nasino fremente. Lei comincia a leccarmi le palle, mentre la sua mano destra mi massaggi lentamente il cazzo. Muove la testa in lenti giri, passandomi la lingua sullo scroto, leccandomi l'inguine e andando a sfiorare progressivamente il mio buco del culo. Mi piace, e cominci ad ansimare un po'. Il mio cazzo è tirato, il glande è marmoreo e quasi violaceo. Lei mi aiuta a sistemarmi meglio sul divano, facendomici sdraiare sopra. Brr. La pelle è fredda, l'ho già detto? Mi ribalta le gambe poggiando le mani sulla parte posteriore delle mie cosce, e riprende a leccarmi tutto il leccabile tra cazzo e osso sacro. Insiste sull'ano, infilandoci dentro la lingua, e mi sfugge un gemito ansimante. "Dovresti sentire che buon sapore ha", gli dice lei ad un certo punto, il bel viso inzaccherato di saliva, e lui mi guarda con aria interrogativa, il cazzo stropicciato tra le dita, senza muoversi dalla sedia sulla quale sta masturbandosi. Io sospiro, e gli faccio un cenno con la mano, invitandolo a partecipare. Lo sapevo, che era bisex, no? Lo sapevo, che sarebbe andata così. Non è mica la prima volta. Lui si inginocchia accanto alla moglie, tra le mie gambe spalancate, e cominciano a leccarmi in due, in un giro vorticoso di lingue. Comincio ad avere l'impressione di non essere un regalo destinato soltanto a lei, ma mi godo il momento. Quando lui mi prende il cazzo in bocca succhia con impegno e voracità, muovendo la testa avanti e indietro e mugolando, mentre lei è più delicata, usa molto la lingua sul glande. Poi chiudo gli occhi, e non so più di chi sia la lingua che ho nel culo e di chi sia quella che mi scivola avanti e indietro sul cazzo. So che mi piace, del resto non mi importa granché. Riapro gli occhi quando avverto che uno dei due sta cambiando posizione. Ramona mi si rannicchia sul petto, sporgendo il culetto verso la mia faccia. Il suo ano è piccolo e scuro, radi peli nerissimi e corti lo incorniciano: ci poggio il naso, lo annuso lentamente, poggio le mani sulle sue chiappe, e nel momento in cui la mia bocca assaggia per la prima volta quella figa umida e saporita, con la mia lingua che rapidamente si fa strada tra i peli andando a trovare la clitoride, avverto la sua bocca chiudersi sul mio cazzo, e riprendere delicatamente ad andare su e giù. Per esclusione, la lingua che mi sta frugando il culo deve essere quella di Cazzetto. Il pensiero non mi disturba. Annuso il culo di Ramona e le lecco la figa, le accarezzo le chiappe sode e vibranti. Lei si infila il mio cazzo in gola, suo marito mi lecca il culo come se non ci fosse un domani. Faccio scivolare via la mia lingua dal clitoride, e la affondo tra le piccole labbra, che a quel punto si spalancano in una fragranza di miele e ferro. E'molto bagnata, e ha un buon sapore, un sapore che obnubila e fa perdere ogni tipo di freno inibitorio. La mia lingua scivola dentro di lei in tutta la lunghezza possibile, sino ad avvertire un sapore più profondo, acidulo, che mi fa eccitare follemente. Frugo a fondo in quella cavità carnosa e succosa, mentre la lingua di Cazzetto fruga a fondo nella mia, di cavità carnosa. E decisamente meno succosa, ma fatti suoi, non gliel'ho mica chiesto io. L'ano di Ramona preme contro il mio naso, lo sento contrarsi ripetutamente, piccolo e duro: inspiro a fondo il suo profumo, sento i suo corti peli stuzzicarmi le narici. Le spalanco le chiappe, le lecco il buco, e lei geme. Poi comincio a divorarglielo, facendo a lei più o meno quello che Cazzetto sta facendo a me: lingua dentro, bava colante, schiocchi umidi. La figa di lei mi si strofina vogliosa sul mento, umida e calda, mentre la mia lingua le si muove dentro, ora affondando, ora girando in tondo, e il piccolo buchino rapidamente diventa cedevole e rigonfio. La mia lingua esce, ci infilo un pollice, faccio un giro profondo di lingua nella sua figa e riprendo a leccarle il clitoride. Non me lo aspetto, ma lei viene quasi subito, stringendo il culo attorno al mio pollice e sfregando la sua bagnatissima figa contro il mio bagnatissimo mento, la mia umidissima lingua, il mio viscosissimo naso. Si raddrizza lentamente offrendomi lo spettacolo del suo culo trafitto dal mio pollice, l'ano pulsante: poi con una mano allontana la testa di Cazzetto dal mio buco del culo, e la lingua di lui mi abbandona con un piccolo risucchio. Ramona si sfila il mio cazzo dalla bocca, se lo strofina sulla faccia, agita il culetto per invitarmi a rimuoverle da dentro il pollice, poi salta giù da me e dal divano, il mio cazzo ancora in mano, e dice che l'aperitivo è stato grandioso, ma che adesso vuole passare al piatto forte. Cazzetto ride, eccitatissimo. Lei afferra saldamente il mio cazzo durissimo, mi sale sopra a cavalcioni dandomi le spalle, e in un solo gesto elegante fa affondare lentamente il mio pisello dentro di sé. Sospira, spalanca bene le gambe, e rivolgendosi a Cazzetto gli ordina di leccarla. Lui esegue, accovacciato tra due paia di gambe. Io osservo il tatuaggio che lei porta sulla schiena: il ritratto di una bellissima geisha sembra osservarmi mentre lei comincia a muoversi sopra di me. Le sue mani hanno afferrato la testa del marito, dettandogli il ritmo delle leccate, che si sincronizzano con i movimenti del suo bacino. Io le accarezzo la schiena e il sedere, il seno e la pancia, accompagnando il suo movimento e gemendo ogni tanto: Ramona è una che sa usare la figa per mungerti quasi senza muoversi. Serra la figa attorno al mio cazzo, solleva il bacino strizzandomi dentro di lei, poi si rilassa e si fa penetrare fino a che c'è pisello disponibile. Aumenta il ritmo lentamente, gemendo. La mia mano destra trova la nuca di Cazzetto, spingo delicatamente la sua faccia contro la figa di Ramona. La mia mano sinistra non riesce ad abbandonare le sue tette, che ondeggiano elastiche e naturali. Poi lei viene, lanciando una specie di ruggito che quasi mi spaventa. Abbozza parole sconnesse mentre si rilassa completamente sul mio cazzo: Cazzetto la sta ancora leccando. Io rimango immobile, aspettando di capire che cosa sta per succedere, e Ramona non mi delude: nel giro di una manciata di secondi riprende a cavalcarmi, questa volta freneticamente, e io rischio di venire a mia volta. "Grazie che me la lecchi mentre lui mi scopa", dice al marito con voce ansimante, e io riesco a salvarmi dall'orgasmo solo concentrandomi sull sorriso della geisha tatuata. "Grazie che mi scopi mentre lui me la lecca", dice sempre ansimando, ed evidentemente questa volta si sta rivolgendo a me. "Grazie che mi state facendo venire", dice a tutti e due, ed io devo concentrarmi sul ventaglio della geisha per non esploderle dentro. Ramona viene ancora, e questa volta le sfugge una specie di grido dalla gola. Il marito non smette di leccarla, il mio cazzo pulsante è ancora dentro di lei. Lei ansima, scossa da spasmi: continua a saltellarmi sul cazzo per alcuni secondi, fino a che non riesce a rilassarsi. "Nel culo", dice, e sento una mano afferrare il mio cazzo e levarglielo dalla figa: immagino che si tratti della manina di Cazzetto, perché dopo qualche istante una bocca sta succhiandomi il cazzo, ricoprendolo di bava. E non può essere la bocca di Ramona, dato che mi è ancora seduta sopra. Lei inarca la schiena sollevando il bacino, il marito dirige il mio cazzo verso il suo culetto candido, e lentamente mi infilo nel tratto terminale del suo apparato digerente. Lei geme un po', ma riesce ad infilarselo dentro tutto. Sento che il suo buco del culo si adatta, mentre lei fa lenti movimenti circolari col bacino. Poi il marito riprende a leccare: il mio scroto, la radice del mio cazzo che spunta dal culo di sua moglie, la figa di sua moglie. Esegue delle lunghe e calde pennellate di lingua, mi prende i coglioni in mano, e con un dito si fa strada verso il mio ano: non cerca di infilarmi dentro un dito, si limita ad accarezzarmi l'ano mentre continua a leccare tutto il leccabile. Quando Ramona aumenta il ritmo lui si concentra su di lei. Continuo a sentire i coglioni nella sua manina, continuo a sentire il ditino contro il mio buco del culo, ma la sua lingua si dedica quasi esclusivamente alla figa della moglie. Ed è giusto così, intendiamoci.Ramona per due volte chiede al marito di sfilarle il mio cazzo dal culo, e di lubrificarlo. Lui per due volte mi afferra il pisello, lo leva dal didietro di lei. Sento il suo respiro sul cazzo bagnato: lo ciuccia fresco del culo di Ramona, indugiando parecchio coi giochi di lingua, sbavandoci sopra per quanto può, quindi lo reindirizza tra le chiappe della moglie, accompagnando la lenta penetrazione con umidi tocchi di lingua. Quindi riprende a leccare la clitoride di Ramona, a stuzzicarmi il buco del culo, ad accarezzarmi le palle. Ramona riesce a venire altre tre volte, prima di abbandonarsi esausta sopra al mio cazzo pulsante ed allontanare delicatamente la faccia di suo marito dalla figa. Quando si gira a guardarmi, la faccia di Ramona è rossa e quasi gonfia, gli occhi luccicano di lacrime. "Grazie", mi dice, e mi bacia con la lingua per la prima volta. "E' stato bellissimo, grazie, hai un cazzo meraviglioso". Poi bacia il marito, teneramente: "Grazie, amore, grazie: è un bellissimo regalo, e tu mi hai leccato benissimo, sono venuta benissimo, ti amo, grazie". Lui sorride, fiero. Finisce che chiudo gli occhi e mi lascio leccare da questa piccola coppia meravigliosa. Quando vengo, spruzzo violentemente in faccia a tutti e due, serrando i denti per non emettere versi poco dignitosi. Rimango a guardare mentre si leccano via a vicenda il mio sperma dalle loro facce, ansimando e ridendo. Quindi cazzetto si mette in piedi, porge il suo piccolo membro alla moglie, e lei comincia a succhiarlo lentamente, le labbra a culo di gallina. Lui le viene in bocca quasi immediatamente. L'abbraccia. La bacia. Rimangono così per un po', ed io comincio quasi a sentirmi di troppo. Poi Ramona mi guarda, sorridendo meravigliosa, e mi chiede se per caso mi va di fare un bis."Prima un altro caffè", dico sventolandomi in faccia con la mano, alla disperata ricerca di aria. Lei batte le mani, felice: "vado a prepararlo subito!", cinguetta, e saltella verso la cucina lasciando me e suo marito a seguire ipnotizzati il movimento dei suoi glutei.
02-14-2022, at 02:02 PM
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